Se è vero che ciò che siamo oggi, in questo preciso istante, non è che l’esito di tutti i precedenti istanti che abbiamo vissuto, altrettanto vero è che, nel nostro irriducibile divenire, ciò che di noi risulta nel momento presente non è solo l’effetto di una somma: è anche la conseguenza di quello che abbiamo lasciato indietro.
E ciò che è stato – di dimenticato, di abbandonato, di trascorso (volutamente o meno) – lavora in quelli che sono gli strati più profondi del nostro modo di percepire.
Questo è, essenzialmente, lo sguardo che ci induce Il libro delle case, ultimo romanzo di Andrea Bajani, pubblicato per Feltrinelli: una storia che è la storia di una vita, ma che è, contemporaneamente, la storia di tutte le vite. Fatta di relazioni, di legami, di naufragi, di cambiamenti, di una incessante traduzione di eventi in emozioni, di emozioni in percezioni, di percezioni in scelte e, tutto insieme, di memoria.