Un padre, un figlio prediletto, un secondogenito in tutto e per tutto non consono alle aspettative, un impero costruito sulla scaltrezza e il cinismo, l’etica demolita fino alle fondamenta, la violenza in ogni atto e in ogni pensiero, i soldi – a fiumi -, l’incapacità di frenare l’avidità fino al sacrificio estremo di ogni legame.
La foto del microcosmo con tentacoli la scatta L.O.V.E., il romanzo di Giancarlo Liviano D’Arcangelo, pubblicato da Il Saggiatore e finalista al Premio Biella, e potrebbe facilmente (tragicamente) attagliarsi al profilo di tanta storia italiana degli ultimi sessant’anni.