Quando per primo un uomo dedicò del tempo a realizzare qualcosa di non immediatamente utile, si compì uno scatto di non ritorno per l’intera umanità.
In un mondo che possiamo supporre non certo più facile di quello di oggi, quel gesto – l’impressione delle proprie mani su una parete, la riproduzione della silhouette di un animale da affrontare nella caccia, levigare una forma in un pezzo di pietra – fu una rivoluzione grandiosa, epocale quanto la scoperta del fuoco, della coltivazione, e, più tardi, della scrittura: per la prima volta, l’essere umano stava sentendo l’esigenza di formare una immagine di sé, da lasciare “dopo” e verso la quale poter tornare a guardare.
Stava, cioè, iniziando a parlare alla propria anima – diventando umano.