Posts Tagged ‘Sellerio’

Raccontare il fantastico: un nuovo corso con Laura Pariani e Nicola Fantini

Camminano sul crinale dell’immaginario, per di più in salita, e con il vento contro delle mode letterarie che non si sono fatte tanto scrupolo, a occhio e croce da mezzo secolo, a metterle in un cantone.
Sono le scritture del fantastico: territorio di frontiera, mai rassicuranti, perennemente in bilico tra ciò che appare come reale e la convinta, segreta coscienza che non tutto quello che appare è, unidirezionalmente, vero.

A questo universo di riferimento si rivolge l’opera letteraria di Laura Pariani e di Nicola Fantini, autori che intrattengono – anche quando scrivono insieme – un singolarissimo rapporto di vicinanza con i mondi narrativi del possibile; così è in Nostra Signora degli Scorpioni, per esempio, come anche in Arrivederci, signor Čajkovskij : romanzi pervasi dall’inquietudine del tempo e dalla persistenza che le memorie antiche hanno calcato sui luoghi in cui le vicende sono narrate.

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Fantasmi d’amore e d’altro: in classe con Laura Pariani e Nicola Fantini

Che la letteratura del fantastico e del perturbante sia una terra fortemente generativa lo raccontano da tempo, e senza remore, i titoli, gli studi e le pubblicazioni dei due scrittori: in questa prospettiva si può leggere anche l’ultimo romanzo di Laura Pariani, Apriti, mare! pubblicato da La Nave di Teseo (un approfondimento si trova qui).
Peraltro, l’interrogazione dell’ombra (delle tracce che lascia dietro di sé, delle suggestioni, delle bizzarrie a cavallo tra questo mondo e altro) è alla base del ciclo di romanzi pubblicato da Sellerio e inaugurato dal fortunato Nostra Signora degli Scorpioni, in cui i due autori hanno unito la loro capacità immaginativa.

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I giorni del giudizio: Simi e l’arte del dubbio.

Nulla è mai soltanto ciò che appare.

Se c’è un monito che scorre sottotraccia lungo le pagine dell’ultimo romanzo di Giampaolo Simi è proprio questo: un invito all’esitazione. Niente come cedere alle lusinghe dell’apparenza può in effetti rivelarsi tanto ingannevole in un momento storico come questo, in cui la manipolazione del reale e la rappresentazione pubblica del privato sono i canali comunicativi di una società affetta da ansia di semplificazione.

E questo risulta chiaro da subito: perché I giorni del giudizio (Sellerio) – che in esordio, prima ancora del prologo, trascina i suoi lettori dentro il perimetro di un duplice omicidio – sotto le sembianze di un romanzo giallo è anche una riflessione indotta sulla difficoltà di capire davvero ciò che ci accade intorno, ciò che siamo, e persino (e soprattutto) ciò che vediamo.    

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