Posts Tagged ‘Mondadori’

La parola non è mai innocente. Alberto Garlini, “Il sole senza ombra”

Quando Guglielmo Scandi si dà fuoco (volontariamente? incidentalmente?) sulla spiaggia di Riccione avvolto nella bandiera italiana, le sue immagini rimbalzate dalla televisione non possono essere più lontane dalla compostezza mistica di un bonzo che si immola per la propria libertà.
Quel corpo martoriato, insieme grottesco e tragico, è per Alberto – che con Guglielmo ha tranciato da anni ogni rapporto dopo esserne stato estremamente ferito – qualcosa di più di un fatto di cronaca, a corollario drammatico della parabola discendente di un comico non più giovane, non ancora vecchio ma in fondo unanimemente considerato già bollito.
Quel gesto è l’irruzione dal nulla di un urlo, il richiamo di una sirena ferita a morte.

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Daria Bignardi, “Oggi faccio azzurro” (e Kandinskij, per una volta, incassi).

Una donna, una ragazza, un fantasma, un seduttore seriale, una psicologa.
Agli estremi stanno la donna (il soggetto, nominativo, voce narrante, che insieme è anche oggetto del tema sotteso a tutto il romanzo), e all’opposto la psicologa (il vocativo, quella a cui tutti si rivolgono).
In mezzo, obliqui, sono la ragazza (con il suo nodo di appartenenza familiare), il fantasma – che poi è una fantasma – inchiodata alla rabbia di un amore ingrato vissuto cent’anni prima, e infine il seduttore seriale, veicolo inquieto di inappagamento tra un rapporto finito e una moltitudine di prede da consumare e abbandonare.

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7 libri per la valigia dell’estate.

La storia vista attraverso il romanzo, un noir sceneggiato come un horror, un giallo ambientato in una Milano misteriosa, l’arte come strumento di conoscenza e di salvezza, una parabola fantastica e tragica sulla libertà, il senso profondo di un lutto: sette consigli per leggere tutta l’estate, in diretta dalla più recente stagione letteraria italiana.
Eccolo qui: il catalogo delle storie da portarsi dietro.

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Chiamate dagherrotipo questa magia. Su “Di luce propria” di Raffaella Romagnolo

Guardare, osservare e vedere sono tre cose molto diverse. Lo sa bene Antonio Casagrande: orfano, bambino difettoso a rischio di perdizione, adottato in extremis, promosso sul campo ad aiuto fotografo nel tempo avventuroso della nascita della dagherrotipia, e protagonista del nuovo romanzo di Raffaella Romagnolo, Di luce propria, pubblicato da Mondadori.

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