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Recensioni pubblicate qua e là

Maddalena Vaglio Tanet: “Tornare dal bosco”

Il suicidio di una bambina, la scomparsa di una maestra: in mezzo, una piccola comunità di montagna, il senso profondo di un mestiere, il legame umano e l’estrema ribellione per la violenza. È un romanzo di singolare caratura, quello di Maddalena Vaglio Tanet: si addentra in territori di ombra e di ferita, di mistero e di scelta. Scritto in una lingua precisa, densa, schietta anche quando affronta luoghi in cui è il chiaroscuro a fare la tessitura dominante, “Tornare dal bosco”, pubblicato da Marsilio, è candidato al Premio Strega.

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Eliana Liotta: dieci volte Scienze per la Vita

Procedere con curiosità, procedere con autorevolezza, procedere con semplicità. In tempi in cui la scienza fa prodigi, far arrivare il sapere con cognizione a tutti è una partita per nulla scontata. Eliana Liotta, giornalista, divulgatrice scientifica e autrice di best-seller scommette sulla ragione e firma per Sonzogno la collana Scienze per la vita, di cui è ideatrice e curatrice. In poco più di tre anni, nove titoli che rimarcano una questione fondamentale: di sapere accessibile c’è necessità.

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Il romanzo di un ghiacciaio: Gabriele Romagnoli, “Sogno bianco”

Vedere con gli occhi la fine di un luogo, mentre intorno ci si uccide di guerra, o di sfruttamento economico, o di incapacità di conservare ciò che ha valore – e che, una volta perduto, è perduto per sempre. Il nuovo romanzo di Gabriele Romagnoli attraversa cento anni e della montagna fa un racconto anti epico e per nulla banale: la frontiera di una bellezza ultima che, proprio per la sua lontananza, è esposta all’aggressione e allo stravolgimento. Tra la prima guerra mondiale, il boom economico, il progetto ambiziosissimo di una funivia in alta quota, un papa sciatore, si disegnano le coordinate di un domani nel quale il vuoto si fa feroce: un “Sogno bianco”.

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Giacomo Sartori: “Fisica delle separazioni”

Otto capitoli, otto movimenti, otto stazioni da cui guardare alla disgregazione di un rapporto importante, forte, epocale. L’attraversamento della fine, la sopravvivenza, l’analisi e la dissezione dei comportamenti intimi del protagonista, che si rivela in ogni atomo della propria fallibilità. La parola a un uomo in frantumi la dà Giacomo Sartori nel suo nuovo romanzo, pubblicato da Exorma.

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Matteo Melchiorre, “Il duca”. La montagna alla prova del passato.

Che sia il mistero il terreno sul quale poggia le sue radici Il duca di Matteo Melchiorre, pubblicato da Einaudi, è fuori di dubbio.
Già l’allure ventilata dalla copertina è intrisa di elementi gotici, e molto dice di quello che sarà lo scheletro della storia: un uomo solo che si incammina di spalle in cima a una scalinata di una qualche antichità, un bosco inquieto, un’ombra aviforme in postura quasi ieratica, un orizzonte inghiottito dal niente e la schiena di una montagna che incombe da qualche parte.

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Cosa leggo a Natale?

La costruzione di un argine che rimette in moto vecchie inquietudini, la biografia di una creatura che ha sempre perso ma si è rifiutata di farsi dimenticare, un romanzo di fulmini che vengono seppelliti, un personaggio dalla parte sbagliata della Storia, il fantasma di un amore che decide di chiudere i conti con il passato. In cinque libri, la tradizionale, immancabile, sceltissima lista per il Natale.
Da regalare, o da regalarsi. Con un avvertimento. Mettetevi comodi: non vi molleranno fino all’ultima pagina.

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Jane, la favolosa. Su Graham Swift e “Un giorno di festa”

Jane legge, e soprattutto storie di avventura, che nel 1924 non sono certo letture per signora. Per di più, Jane è una cameriera, ed è orfana. Ma è sveglia e graziosa: per questo il padrone di casa le ha accordato il permesso di servirsi della biblioteca. Così Jane, che tutto ha già perso dalla vita, si procura altri mondi, altri modi di pensare. Nella letteratura, Jane impara che si può osare: così, si approprierà della sua vita.
Breve, intenso e vivido, “Un giorno di festa” è un gioiello di Graham Swift, pubblicato da Neri Pozza con la traduzione di Luca Briasco.

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Caterina Bonvicini: Mediterraneo. Una questione di umanità.

Deve essere chiaro subito: non si esce da queste pagine uguali a come ci si è entrati. Così come accade quando ci si confronta con qualcosa che travalica la nostra capacità di immaginare.
Portarci lì dove non abbiamo cognizione di sostanza, ma solo figura, è il compito dei testi importanti. E quello che Caterina Bonvicini ha scritto per Einaudi, con un saggio e le fotografie di Valerio Nicolosi, è, in tutto e per tutto, un testo importante. Perché Mediterraneo – A bordo delle navi umanitarie si assume un compito faticosissimo: rompere un argine, colmare un vuoto cognitivo, dare sostanza a concetti e azioni. Portare più in là una conoscenza, insomma, con la pratica di una voce che è stata corpo tra corpi, e occhio (spalancato) davanti ad altri occhi (spalancati). 

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Amore di lontano: Griffin&Sabine, la quarta dimensione della scrittura.

Prima di Lost.
Prima che J.J. Abrams, il suo regista, si facesse venire l’idea di un libro che dovesse essere letto in verticale, oltre che in orizzontale – ovvero come una stratigrafia di interpolazioni, e che Doug Dorst diventasse la penna di questa idea, dando materialmente corpo a S. La nave di Teseo.
Prima perfino di quel caso clamoroso che è stato Casa di foglie di Mark Z. Danielewski.

Prima che prendesse consistenza, insomma, quella cosa che viene chiamata letteratura ergodica, ovvero l’esperimento di un romanzo concepito come sfondamento dell’unidirezionalità dell’atto della lettura, che costringe il lettore a interagire con bigliettini, finti documenti, resoconti a mano, ritagli di giornale, perfino tovaglioli da bar scarabocchiati “al volo” e inseriti ad arte tra le pagine: ecco, più di vent’anni prima, tutto questo era già accaduto.

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6 libri per la primavera

Una guida per perdersi (lentamente) a Venezia; la storia di un uomo abitato da voci; una casa che decide di far vivere il proprio tempo a chi la visita; un repertorio di delitti ad alta voce; un romanzo svizzero che sembra Mad Men, ma trent’anni prima; l’avventurosa visita di un seguace del magnetismo in casa di Giulia Beccaria. Cees Nooteboom, Leonardo G. Luccone, Simona Vinci, Giuseppe Paternò Raddusa, Alice Rivaz, Alessandro Zaccuri. Sei consigli di primavera (perché a quelli dell’estate, ancora, ci manca tempo: ma intanto ci prendiamo avanti).

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